Display flessibile (Plastic Logic)
Flexidis
I prossimi display saranno sempre più sottili, flessibili e costruiti su substrati di metallo o di plastica. E si potranno pure indossare. Si sta lavorando molto alacremente acciocché ciò diventi presto realtà in varie parti del mondo. Alcuni dispositivi, frutto di una ricerca finanziata dall’Unione Europea nell’ambito del VI Programma Quadro, sono digià prototipi. Ed entro non molto tempo potrebbero essere commercializzati. Tra i partner del progetto intitolato FlexiDis c’è pure l’Istituto di fotonica e nanotecnologie (Ifn) del Cnr che sta contribuendo soprattutto all’ideazione e messa a punto dei dispositivi necessari al controllo dei singoli pixel degli schermi. Le proposte derivate da questi studi sono classificabili in due famiglie di prodotto: la prima raggruppa schermi a colori che utilizzano sorgenti di luce a base di materiali organici, mentre la seconda riunisce schermi monocromatici avvolgibili simili a fogli elettronici da utilizzare a mo’di quotidiano. A livello dimensionale, entrambe dovrebbero basarsi su elementi spessi circa 0.1mm arrotolabili entro un diametro di 15mm. È facile vaticinare che da tutto ciò ne trarrà giovamento il disegno d’una serie d’apparecchi esistenti come, ad esempio, i telefoni mobili od i sistemi di navigazione personale legati al posizionamento satellitare. Oppure ancora qualsivoglia sistema di visualizzazione d’informazioni ricevibili senza filo. Di tutto un po’, come ipotizza in un recente articolo pure The Economist: un impiego prosaico potrebbe essere pure quello di sostituire i classici cartellini dei supermercati almanaccando una nuova generazione d’offerte a tempo aggiornabili istantaneamente.
Pubblicato sul Giornale del Design (allegato al Giornale dell’Architettura n°41, giugno 2006)
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, posted on 4 Settembre 2006 at 17:19, filed under